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Dosha Pitta

  • Immagine del redattore: Morena
    Morena
  • 5 apr 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 mag 2020

I Dosha, che letteralmente significa impurità, sono le tre tipologie di costituzione dell’Ayurveda, creati dalla combinazione dei cinque grandi elementi: etere, aria, fuoco, acqua e terra. Ogni dosha è costituito dall'unione di due grandi elementi, Pitta, infatti, è costituito dagli elementi fuoco e acqua.

Ognuno di noi è un individuo unico nel suo genere, poichè la predominanza dei dosha è diversa in ognuno di noi, la loro particolare combinazione ci rende ciò che siamo e ci insegna, in una prospettiva ayurvedica, a comprendere quale sia il modo migliore per prenderci cura della nostra salute.


I dosha: Pitta, “ciò che Produce calore”

Letteralmente la parola pitta significa “ciò che produce calore”.

Pitta è composto dall’unione degli elementi Fuoco e Acqua.

Nell’organismo umano il dosha pitta è il principio della trasformazione, a esso è legato il sistema endocrino ed enzimatico e il metabolismo. Si trova soprattutto fra il cuore e l’ombelico e ha diverse qualità: è caldo, acuto, fluido, umido, acido, amaro, leggero.

Le persone in cui la qualità pitta ha il sopravvento sono focose, e non sopportano il calore diretto, la loro pelle ha un colorito chiaro tendente al rosso con macchie, lentiggini, nei, couperose. Hanno la tendenza a incanutire anzitempo. Sudano molto e quindi possono emanare cattivo odore. Mentalmente i soggetti pitta sono intelligenti e hanno buona memoria, nella conversazione sono dominanti, tendono alla collera e alla rabbia – una persona pitta in equilibrio è un leader, ma se è in squilibrio… un tiranno!

Se Pitta non è in equilibrio

Pitta viene disturbato da: collera, ira, paura, alimenti piccanti, acidi, salati e caldi o che inacidiscono, oli penetranti che riscaldano, sostanze oleose in genere, consumo di carne, alcool e un’eccessiva esposizione ai raggi solari.

Dallo stretto collegamento di pitta con l’apparato digerente, enzimatico e ormonale, e per il fatto che pitta produce agni, il fuoco digestivo, derivano questi disturbi: ondate di calore e di febbre, processi infiammatori di ogni tipo e forti bruciori, esagerata sudorazione ed emanazione di cattivi odori, cattivo gusto in bocca e secchezza, grande sete (e desiderio di bevande fredde), fame continua; il legame con l’acidità si manifesta con ulcere della pelle e delle mucose, bruciori di stomaco, diarrea e iperacidità dei tessuti corporei; il legame con gli organi dell’alto ventre, il fegato e la milza, si manifesta soprattutto con disturbi del sangue, produzione di scorie nel sangue, emorragie, epatiti.

Pitta nel mondo, al di fuori di noi

Pitta nel mondo è il fuoco cosmico che fa ardere le stelle e il sole.

Riconosciamo pitta nella stagione estiva, nelle fasi del giorno dalle 10 alle 14, ecco perché si consiglia di pranzare entro le 14, cioè quando il “fuoco digestivo” di pitta è all’opera! e quindi il metabolismo è a pieno regime, si riaccende dalle 22 alle 2, per mantenere il calore corporeo durante il sonno.

Nelle fasi della nostra vita si manifesta dai 16 ai 50 anni.

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